Nel corpo, non meno che nel cervello, è racchiusa la storia della vita. (E. O’ Brein)
La mia esperienza personale con la malattia oncologica ha risvegliato in me l’urgenza e la necessità di dedicare una parte dei miei studi e del mio lavoro a tutte quelle situazioni in cui il cancro lascia il suo segno: sia nella persona colpita, sia nel sistema che le gravita attorno.
Se tu o una persona a te cara state vivendo questa esperienza, potreste essere in preda a emozioni sconvolgenti e a dei modi di pensare in cui non vi riconoscete del tutto: le cose potrebbero sembrarvi irreali, il futuro improvvisamente scomparso; potreste non sentirvi capiti* da nessuno attorno a voi e traditi dalla vita; potreste sentire come se ogni cosa avesse perso importanza e non avere la forza di pensare alla vostra cura. Inoltre potreste sentire pressante il battere del tempo, che contrasterà col bisogno di ponderare le decisioni da prendere e col desiderio di soffermarvi a capire i motivi che sottostanno alla vostra malattia.
Una domanda che forse ti stai ponendo è: quali eventi stressanti o traumatici del passato (recente o remoto) possono aver contribuito all’esordio della malattia?
Se da un lato è oggi scientificamente dimostrato l’impatto di alcuni fattori ambientali nell’insorgenza di alcune malattie (ad es. il fumo di sigaretta per il tumore del polmone), dall’altro si sa che non esiste un rapporto di causa-effetto diretto e universale degli eventi della vita sulla salute, e la scienza non può affermare con certezza se lo stress, le emozioni o i tratti di personalità possano di per sé causare il cancro. Esistono inoltre fattori patogenetici di origine genetica che possono inibire il sistema immunitario, facilitando l’esordio della malattia. Per questo ritengo sempre importante ricordare che nessuno può considerarsi responsabile della propria malattia.
D’altra parte, i ricercatori convergono nel sostenere che determinate reazioni psicologiche soggettive e credenze tipiche, che incidono sulla capacità del sistema immunitario di reagire in generale agli eventi di vita negativi, possano impattare anche sul tipo di adattamento che potresti sviluppare alla malattia stessa, creandoti così maggiori o minori possibilità di attivare le reazioni immunologiche necessarie a contrastarla e ad arginarne la ricomparsa.
Tra le caratteristiche psicologiche che compaiono nel malato di cancro (a volte come conseguenza stessa della malattia e dei trattamenti), ti potrà interessare sapere che spesso si trovano:
Per questo, nel percorso psicoterapeutico in caso di malattia oncologica, dovremo porci l’obiettivo di attivare la tua capacità di reazione mentale ad essa. Fare finta di niente e reagire anche al cancro trattenendo i tuoi sentimenti, o al contrario sprofondare nel senso di impotenza e disperazione non ti aiuterà, anzi sono le strade più probabilmente connesse al decorso peggiore della tua malattia.
Avrai invece bisogno di sviluppare nuove capacità di fronteggiamento e una nuova forza, e per fare questo ci muoveremo attraverso le strade del coaching oncologico e della psicoterapia E.M.D.R..
Inizialmente, lavoreremo sulle tue convinzioni e sullo sviluppo di risorse per affrontare la malattia. Ti aiuterò a individuare azioni e pratiche che possano iniziare a rimetterti in movimento (come rilassamento e risorse immaginative, oppure scrivere, camminare, tornare a fare attività piacevoli). Appena possibile, entreremo nella rielaborazione della malattia stessa, adattando gli interventi psicoterapeutici ai diversi bisogni che incontrerai nelle varie fasi: definizione precisa della diagnosi e stesura del piano terapeutico; intervento chirurgico; terapia aggiuntiva; remissione e follow-up; eventuale recidiva ed eventuale stadio di accompagnamento alla morte.
L’obiettivo della rielaborazione degli eventi disturbanti generati dalla malattia sarà quello di portare le tue memorie traumatiche dal livello implicito (collocato nelle sedi sub-corticali del cervello) a quello esplicito, di narrazione e significato (gestito da specifiche regioni cerebrali corticali).
La domanda sul senso della malattia – un evento cioè che di per sé sembra non avere senso – troverà risposta gradualmente, così come gradualmente crescerà la consapevolezza delle possibili connessioni tra eventi negativi (come separazioni, perdite, lutti) e la comparsa della malattia. Potremo a quel punto procedere in psicoterapia con la rielaborazione anche di tali eventi, al fine di liberare le tue reti neurali dai blocchi del passato e aiutarti a sviluppare quelle nuove capacità di espressione e regolazione emotiva, e quei nuovi pensieri su di te (come “ce la posso fare”, “posso avere una vita felice”) che sono connessi a una migliore qualità di vita e una migliore prognosi. Te lo meriti!
* Uso il maschile per convenzione, ma mi rivolgo a uomini e donne indistintamente
“E la guarigione arriverà?” “Arriverà la cura. Di te stesso. E non t’importerà più guarire dalla tua malattia. Vorrai solo vivere. E dedicarti all’ascolto di ogni richiamo della tua anima. Non è forse questa la vera guarigione?” (E. Barnabé)
Bibliografia:
Faretta, E. (2014), Trauma e malattia. L’EMDR in psiconcologia. Mimesis Edizioni, Milano.
Locke, S., Colligan, D., La mente che guarisce. Una nuova frontiera della salute. Tr. It. L. De Rosa, Giunti, Firenze 2001 (ed. orig. The healer within. The new medicine of mind and body, E. P. Dutton, New York 1986).
Nesci, D.A. (2022). Psychological Care for Cancer Patients: New Perspectives on Training Health Professionals. Lexington Books, Lanham
Dott.ssa Ilaria Bianchi
Psicologa Psicoterapeuta, EMDR Pratictioner
Torino e Settimo Torinese
Psicologa Psicoterapeuta, EMDR Pratictioner
Partita IVA 03420850129
Iscritto all'Ordine degli Psicologi del Piemonte n° 9502